Storia di Dan
Quella giornata in Galilea era la più vivida nella memoria di Dan, un ragazzino vivace e intelligente, che abitava con mamma e papà a Gerusalemme.
Aveva seguito la folla che andava ad ascoltare il Rabbi di cui tutti parlavano.
La mamma gli aveva anche preparato il pranzo in un piccolo fagotto, perché conosceva bene il suo bell’appetito. Erano cinque pagnotte d’orzo e due pesci avvolti in un tovagliolo di tela.
La collina formicolava di gente. Quando sentì i morsi della fame, Dan si accorse che nessun altro si era portato da mangiare. Probabilmente anche il Rabbi era stanco e aveva fame.
Così si era avvicinato a Lui e un po’ impacciato l’aveva invitato a condividere i pani e i pesci.
Aveva sussurrato delle parole garbate, proprio come gli aveva insegnato la mamma.
Il Rabbi lo aveva avvolto nel suo sorriso e lo aveva guardato con quegli occhi profondi, che Dan non avrebbe mai più dimenticato.
Poi, tutto era successo in un attimo. Gesù aveva invitato tutti quanti a sedersi per terra e aveva preso in mano i pani e i pesci.
«Addio al mio pranzo!», aveva pensato Dan.
Ma i suoi pani e i suoi pesci erano diventati dieci, cento, mille, ormai aveva perso il conto.
E gli amici di Gesù li avevano distribuiti a tutti.
Là, sulla collina di Galilea, migliaia di persone mangiavano con gusto i suoi pani e i suoi pesci. Tutti improvvisamente commensali di un miracolo. E lui, seduto accanto al Rabbi e ai suoi amici, aveva riavuto tutto il suo pranzo e lo mangiava piano piano, orgoglioso come se il miracolo fosse anche un po’ merito suo.
Tratto da: Storie bellebuone, Elledici 1995 -Storia di Dan.