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Chi siamo La Confraternita della Misericordia (CDM) nasce nel 1577 con le funzioni di una moderna Conferenza di S. Vincenzo. e dal 1678 il Santuario dell'Annunziata è sotto la sua cura e custodia. Ad oggi conta su 150 iscritti e attraverso la formazione di Gruppi di Volontariato è operativa sul territorio chierese a favore della Comunità.
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“Una coscienza attenta”

“Una coscienza attenta”

Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 33,1-7-9

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «O figlio dell’uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. Se io dico al malvagio: Malvagio, tu morirai, e tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. Ma se tu avverti il malvagio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte dalla sua condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu ti sarai salvato».

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 13,8-10

Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Ezechiele era un sacerdote del tempio di Gerusalemme che nel 590 era stato tradotto in esilio a Babilonia da re Nabucodonosor, insieme ad altre 3.000 persone.  Quattro anni dopo la capitale sarà rasa al suolo e tutto il resto della popolazione, circa 30.000 persone, raggiungerà Ezechiele a Babilonia.  Come avviene sempre dopo le grandi tragedie, anche qui avviene il rimpallo delle responsabilità.  Molti puntano il dito sulla inefficienza e corruzione dello Stato, altri contro l’avidità e ottusità mentale del Tempio. Ma Ezechiele osserva: “Era da molto tempo che il nostro  mondo si stava sgretolando sotto i nostri occhi, ma non abbiamo voluto vedere. Quando chi doveva fare non faceva, chi doveva dire non diceva, chi doveva vegliare e invece dormiva, chi doveva controllare e se ne approfittava… noi stavamo tutti  zitti. E’ allora che è cominciata la crisi che oggi ci ha portato qui”.

Ezechiele è molto sensibile sul tema della giustizia.  La giustizia è necessaria come il pane, nessun perdono può essere invocato se prima giustizia non sia stata fatta. Ma la giustizia umana è largamente insufficiente,  perché molto spesso i torti si accumulano da entrambe le parti e l’unica soluzione per trovare la pace è il perdono reciproco.

Verso la fine del I °secolo, in una Chiesa che si espande a macchia d’olio, pur con l’ostilità del mondo pagano e dell’Impero, torna alla ribalta ciò che si pensava finito per sempre: il peccato. Sacramenti, predicazione, buona volontà, impegno sincero non sono sufficienti a cancellare il peccato nella vita dei cristiani.  Credevamo di essercelo lasciato alle spalle e invece è ancora qui con noi.  Certo la Chiesa ricorda le parole di Gesù, che diceva di essere venuto non per i giusti ma per i peccatori, e sa che la sua missione non è tanto la condanna, ma il recupero del peccatore.

La Chiesa crede nella risurrezione, non solo quella dell’ultimo giorno ma anche a quella che può avvenire a metà della vita. Sa che l’uomo può anche sprofondare e perdersi, ma può anche rialzare la testa, scrollarsi di dosso il suo passato e ricominciare una nuova vita.  Ma sa anche che il cristianesimo non è un ombrello sotto il quale ci può stare di tutto.

Gesù aveva detto che ” come voi perdonerete ai vostri fratelli, così il Padre perdonerà a voi”, e sulla croce lui è morto perdonando: se dopo un torto subito, anche grave, tu ti lasci divorare dall’odio e lo scopo della tua vita diventa la vendetta all’ultimo sangue, non ci siamo.

Gesù più volte ha esortato a dare il superfluo ai poveri, per avere un tesoro nel regno dei cieli: se tu pensi che il massimo valore della vita siano i soldi, e che tutto possa essere monetizzato, di nuovo non ci siamo.

Gesù ha raccontato la parabola del poveruomo, lasciato mezzo morto dai ladroni e soccorso dal Samaritano: se tu pensi che non ne valeva la pena, che era meglio lasciarlo morire in fondo al fosso, che il samaritano doveva farsi i fatti suoi, visto che l’altro neppure lo conosceva ed era di un altro popolo e di un’altra religione…  di nuovo non ci siamo.

Il rifiuto della vendetta non è negoziabile, così come non lo sono la solidarietà umana, la verità e la pietà.  Tutto questo non è difficile da capire.

Poi si può discutere di tutto.  Nessuno può chiedermi abbracciare affettuosamente chi mi ha svaligiato la casa: pretendo che sia fatta giustizia e il colpevole sia sbattuto in galera.  Così come ho tutto il diritto di infuriarmi con una “giustizia”,  che mette fuori i criminali per decorrenza dei termini.

E posso anche chiedermi che fine hanno fatto i finanziamenti europei destinati al rilancio economico dell’Africa, o chi protegge le organizzazioni criminali schiaviste, che fanno il vento e la pioggia nei loro paesi e ora anche da noi; o chi è che regala le armi alle tribù africane, per poter pescare nel torbido.

Ho anche il diritto di chiedermi con che faccia certi politici – di tutti i colori –  abbiano il coraggio di presentarsi in televisione, o perché i nostri media dedichino ampi spazi di servizio pubblico alla celebrazione di se stessi o alle partite di calcio, e in compenso siano così reticenti su ciò che succede al di là del Mediterraneo o negli oscuri palazzi del potere economico.

Posso anche aver voglia di vedere la faccia degli imprenditori, che sfruttano il lavoro dei  clandestini in Italia, la faccia di chi li fa correre in bicicletta a portarci la pizza a casa per quattro soldi, la faccia di chi chiude le fabbriche e porta i soldi alle Bahamas.

Tutte – e tante altre – domande che è non solo lecito ma assolutamente doveroso, imprescindibile farsi, (è dovere morale!) prima di gettare la croce sulle spalle degli ultimi anelli di una catena infinita di infamie, alle quali ci stiamo rassegnando.

“Rimetti a noi i nostri debiti… e non lasciarci cadere nella tentazione.

 

Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore?

Rispondiamo insieme: ascoltaci, Signore.

Ti preghiamo, Signore, perché tu ci illumini nelle scelte quotidiane della vita, perché il male non abbia ragione su di noi e la tentazione non diventi troppo forte. Donaci una coscienza attenta, e che non abbiamo mai paura della verità.   Noi ti preghiamo

Ti preghiamo per quelli tra noi che vivono in contrasto con la loro coscienza, che non sanno come liberarsi dal male, che si è annidato dentro di loro e rimpiangono la pace e l’innocenza perduta. Aiutali a credere nella risurrezione qui su questa terra, e a rialzare la testa.   Noi ti preghiamo

Ti preghiamo per il nostro mondo segnato dall’eclissi della verità, dove si stanno scavando solchi profondi tra popoli e culture. Donaci uno sguardo attento sulla realtà, che non si lasci condizionare dall’opinione dominante, e liberaci dal male.   Noi ti preghiamo

Ti preghiamo per la Chiesa perché abbia il coraggio di annunciare il Tuo vangelo, sfidando l’ignoranza, la derisione, le calunnie. Donaci vescovi e sacerdoti responsabili, che sappiano seguirTi anche sulla via della croce.   Noi ti preghiamo

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O Padre, per la tua benevolenza la creazione continua, e sorge il sole sui buoni e sui cattivi: libera l’uomo dal peccato che lo separa da te e lo divide in se stesso; fa che nell’armonia interiore creata dallo Spirito diventiamo operatori di pace e testimoni del tuo amore.

Ti offriamo pane e vino, dono della terra e frutto del lavoro dell’uomo. Possa tu accettare la nostra fatica quotidiana, e mantieni sereno il cielo sopra di noi.

 

 

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