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Chi siamo La Confraternita della Misericordia (CDM) nasce nel 1577 con le funzioni di una moderna Conferenza di S. Vincenzo. e dal 1678 il Santuario dell'Annunziata è sotto la sua cura e custodia. Ad oggi conta su 150 iscritti e attraverso la formazione di Gruppi di Volontariato è operativa sul territorio chierese a favore della Comunità.
Dove siamo Vieni a trovarci. Siamo a Chieri in Piazza Trieste n. 1, presso il santuario dell'Annunziata.
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“Il chicco di grano”

“Il chicco di grano”

Dal libro del profeta Geremìa
Ger 31,31-34

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore – : porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore -, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato.

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 5,7-9

Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,20-33

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.
Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

 

Oggi è giorno di festa per la nostra comunità: il Santuario aggiunge un altro onomastico. In altri tempi avremmo celebrato l’evento in modo più significativo; oggi purtroppo si è dovuto scegliere un profilo molto basso per i motivi che tutti sappiamo, e in questo modo ci scampiamo anche dalle tentazioni di autocompiacimento che potrebbero insorgere.

Inizia oggi ufficialmente la primavera e ce ne siamo accorti tutti: la vita rispunta ovunque. Per noi è uno spettacolo, una gioia degli occhi, per chi ci ha preceduti, secoli fa, era anche un grande interrogativo. Perché sappiamo bene che c’è una vita che muore in inverno e poi rispunta in primavera, ma sappiamo anche che c’è una vita che muore e basta.    E la vita dell’uomo, com’è?   E’ di quelle che rispuntano o di quelle che restano sotto terra?  E’ il grande interrogativo cui tutte le religioni e le filosofie tentano di dare una risposta.  Ma le parole di Gesù fanno un passo avanti in questa frase da leggere attentamente.

Il chicco di grano caduto a terra è lui, Gesù, disceso dal cielo. Mancano poche ore al suo arresto, potrebbe fuggire, sottrarsi alla volontà del Padre, potrebbe non morire, ma in questo caso rimarrebbe solo, non avrebbe più senso. Se invece affronta ciò che lo attende, morirà ma porterà “molto frutto” perché è solo attraverso la morte, il dono di se stessi, che compirà la sua missione.  E poi spiega che questo vale per tutti. Se ti tieni la vita stretta nelle mani resterai solo, se avrai il coraggio di includere nella tua vita anche agli altri, metti pure in conto che sarà dura, c’è da morire a prendersi cura degli altri, ma la tua vita te la ritroverai tutta intera perché le hai dato un senso, e ciò che ha senso dura in eterno.

Oggi ci vuole un grande coraggio per mettere al mondo dei figli, un grande coraggio a gestire una famiglia, perché i figli, piccoli o grandi che siano, assorbono tutte le tue energie, e la vita di coppia può diventare un sentiero in salita in ogni stagione.  Una grande fatica, ma insieme anche la consapevolezza che non sei un albero secco, che la tua vita ha senso.  Ci vuole un bel coraggio a fare il medico o l’infermiere, sono professioni che ti divorano; un bel coraggio anche a fare il sindaco, o il politico, a mettere su un’impresa, a fare l’insegnante o il carabiniere.  Oggi tutto quanto costa un po’ di più, perché ci eravamo avvitati intorno al nostro benessere, avevamo costruito in mezzo a noi il Vitello d’Oro, illudendoci che fosse dio e che quindi ci togliesse le castagne dal fuoco. Così abbiamo chiuso gli occhi di fronte a troppe cose: ingiustizia, corruzione, inquinamento; e molte altre le abbiamo sottovalutate, come il valore della libertà, della cultura, il valore della vita stessa.

Il virus ci ha ricordato che nulla è gratis: se vuoi che il chicco di frumento dia molto frutto devi affrontare la tua croce. Qualche frutto si sta vedendo.  Stiamo riscoprendo il valore della libertà di movimento, il valore della scuola in presenza, la differenza tra l’utile e il superfluo, ma soprattutto la consapevolezza della nostra fragilità, come elemento che ci unisce tutti. Forse stiamo cominciando a capire che stiamo tutti sulla stessa traballante barchetta. Questo porterà a distribuire meglio i pesi sulla barca? A buttare via le cose inutili? A turare le falle? A remare tutti dalla stessa parte?   Speriamo.

La storia di questo santuario ha qualcosa da insegnarci: nei secoli ha visto di tutto, francesi, spagnoli, Napoleone, colera, vaiolo, “spagnola”, due guerre mondiali. Non si è mai fermato grazie alla fatica, al sacrificio, alla fede delle generazioni che ci hanno preceduto.    Se noi oggi stiamo raccogliendo, è perché loro ieri hanno seminato bene; dobbiamo continuare a seminare bene anche noi se vogliamo che nel futuro cresca qualcosa di buono per quelli che verranno.

 

Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

Rispondiamo insieme: ascoltaci, Signore.

Ti ringraziamo, Signore, per essere qui questa mattina in questa chiesa carica di storia, di arte, di bellezza. Ti ringraziamo perché qui possiamo pregare, ma anche incontrarci fra di noi, fare amicizia ed aiutarci. Insegnaci a tenerla viva come luogo di fede in questi tempi difficili.   Noi ti preghiamo.

Ti ringraziamo per la Confraternita della Misericordia, nome antico per indicare la grande emergenza di oggi, nella povertà che sta crescendo, nella paura di essere abbandonati a se stessi. Ispira tutti noi ad essere “misericordia” verso le persone che incontriamo e a non chiudere gli occhi davanti ai drammi del nostro tempo.  Noi ti preghiamo.

Ti preghiamo per la nostra città alle prese con un tessuto sociale in grave sofferenza. Ti preghiamo per il sindaco e gli amministratori locali, per i responsabili delle strutture sanitarie, per le associazioni di volontariato, la Croce Rossa, le parrocchie, le minoranze etniche e religiose, perché ci sia voglia di lavorare insieme per il bene di tutti.   Noi ti preghiamo.

Nel ricordo di Maria che ha accettato dalle Tue mani il difficile compito di essere madre, vogliamo pregarti per tutte le donne di ogni età e condizione sociale, perché abbiano il rispetto delle istituzioni, il dovuto riconoscimento sul lavoro, e possano avere nella società il posto che spetta all’altra metà del cielo.   Noi ti preghiamo.

 

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Signore, io non ti invoco

per allontanare da me ogni pericolo,

io non ti invoco

per allontanare da me ogni male.

A te chiedo soltanto

di avere la forza di procedere.

Tu aiutami negli affanni e nel buio dell’attesa,

e fa’ che io non possa dubitare di te.

 

1 Comment
  • Diana Barbieri
    Rispondi

    GRAZIE! E buona festa del santuario. Da più di dieci anni è la nostra chiesa di riferimento, luogo privilegiato nel quale cercare nutrimento per lo spirito e occasioni di fraternità. Saremo lontani ma in sintonia con tutti voi.

    21 Marzo 2021 at 9:31

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