Le parole sono finestre (oppure muri)
Carissimi,
Siete capaci di litigare in un modo costruttivo?
Non so voi, ma io non conosco nessun adulto che faccia male fisicamente agli altri.
Ne conosco alcuni che però volontariamente fanno male a sé e agli altri con le proprie parole e purtroppo tantissimi che involontariamente lo fanno. Io sono uno di quelli.
Due anni fa ho deciso di migliorare la mia comunicazione e mi sono imbattuto nel concetto di Comunicazione Nonviolenta (CNV) o Comunicazione Empatica ideato da Marshall Rosenberg. E’stato amore a prima vista.
Provare gioia nel dare e nel ricevere con empatia fa parte della nostra natura. Tuttavia, abbiamo imparato presto molte forme di “comunicazione che aliena dalla vita”, che ci portano a parlare e a comportarci in modi che feriscono gli altri e noi stessi, a dare giudizi moralistici che implicano il torto o la cattiveria di coloro che non agiscono in armonia con i nostri valori.
La CNV ci guida nel ridare forma al modo in cui ci esprimiamo ed ascoltiamo gli altri, concentrando la nostra consapevolezza su quattro aree: che cosa osserviamo, che cosa sentiamo, di che cosa abbiamo bisogno e che cosa chiediamo per arricchire la nostra vita.
Spero di avervi incuriosito abbastanza per leggere il libro:
“Le parole sono finestre oppure muri”
Autore Marshall B. Rosenberg
Editore Esserci
Collana Dire, fare, Comunicare
Anno edizione 2017
Un abbraccio fraterno
Michal
Vi lascio un piccolo esempio:
Un bambino continua a gironzolare per la chiesa durante la Messa.
Nello stesso momento tre persone pensano:
Persona A: “Che fastidio questo bambino maleducato che gira per la chiesa.”
Persona B: “Ma guarda che gioia quel bambino! Riesce a girare in silenzio per così tanti minuti.”
Persona C: “Meno male che ci sono ancora giovani che portano i bimbi a Messa. Quanto mi piacerebbe che anche mia figlia facesse così.”
Tre persone hanno visto la stessa scena.
A si sente infastidita
B si sente divertita e stupita.
C si sente contenta e commossa.
La causa di queste sensazioni è il comportamento del bambino?
No, è solo lo stimolo.
Le azioni degli altri possono essere uno stimolo per i nostri sentimenti, ma non ne sono MAI la causa. I nostri sentimenti sono il risultato del modo in cui scegliamo di ricevere quello che gli altri dicono o fanno, nonché dei nostri particolari bisogni e delle nostre aspettative in quel momento.
Se è vero quanto scritto sopra, non possiamo più dare colpa ad altro per i nostri sentimenti …
Diana Barbieri
Si, la presentazione mi ha decisamente incuriosita. Penso di farmene dono e magari di donarne qualche copia. Livello di difficoltà?
Grazie, Michal.