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Chi siamo La Confraternita della Misericordia (CDM) nasce nel 1577 con le funzioni di una moderna Conferenza di S. Vincenzo. e dal 1678 il Santuario dell'Annunziata è sotto la sua cura e custodia. Ad oggi conta su 150 iscritti e attraverso la formazione di Gruppi di Volontariato è operativa sul territorio chierese a favore della Comunità.
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“Lazzaro, vieni fuori!”

“Lazzaro, vieni fuori!”

Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 37,12-14

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 8,8-11

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45

In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Un racconto che conosciamo tutti ma che ci tiene con il fiato sospeso fino alla fine; Giovanni aveva doti di grande narratore e il duello fra Gesù e la morte non poteva essere reso in termini più drammatici. Il Vangelo di Giovanni è articolato intorno a pochi episodi, che sono i simboli dei limiti dell’esistenza umana: l’ignoranza, la fame, la solitudine, la morte.

L’eterno duello fra il bene e il male, la vita e la morte, è uno dei temi classici del pensiero umano, espresso in mille forme diverse, dal cinema alla danza, dalla narrativa alla pittura. E’ forse l’argomento che intriga di più il nostro spirito, anche perché in questa eterna lotta ci siamo dentro tutti i giorni.  Nell’arte, nella letteratura, nel teatro, normalmente la lotta si conclude con la vittoria del bene sul male, della vita sulla morte. L’eroe greco Perseo taglia la testa alla Medusa, James Bond distrugge l’impero del criminale di turno. Nella realtà quotidiana non sempre è così. Non sempre le radici della vita sono così profonde, da resistere agli attacchi del male: a volte vince la morte. Lo vediamo purtroppo nei mille fatti di cronaca quotidiana, che sono solo la punta dell’iceberg. Non si può dire che la vita sia piena di sconfitti, ma certamente nella vita di ognuno ci sono delle sconfitte. La reazione naturale dopo la sconfitta è la fuga, il rifugiarsi nella propria tana e non uscirne più. E lì ti sei condannato da solo, perché sei vivo ancora, ma sei chiuso in un sepolcro. Come Lazzaro. E forse proprio a questo pensava Giovanni, quando scriveva questo racconto, dedicato a tutti coloro che hanno bisogno di ritrovare fiducia in se stessi e nella vita, e a tornare a credere che non è vero che il male è più forte, che anche Gesù nella sua parabola umana è stato uno sconfitto, ma poi è risorto, ed è grazie a Lui, se oggi conserviamo la speranza e il coraggio di vivere a testa alta.  ” Lazzaro, date ‘n andi, vieni fuori.”

 

Io sono la risurrezione e la vita. Chiunque vive e crede in me non morirà in eterno, dice il Signore.
Rispondiamo insieme: ascoltaci, Signore.

Dal profondo gridiamo a Te, Signore, e sappiamo che Tu ci ascolterai. Ogni giorno l’alito freddo della morte ci sfiora un po’ di più e abbiamo paura. Ma Tu ci stai vicino e ci sei fedele. Sostieni la nostra fede nei momenti difficili.  Noi Ti preghiamo:

Noi crediamo in questa vita terrena, Signore, crediamo nella bellezza di questo mondo, crediamo negli uomini, nel loro pensiero, nella loro sterminata fatica che li fa essere quello che sono. Crediamo nella vita, non come prestito dominato dalla morte, ma come dono definitivo.
Fa che non ci arrendiamo al male.  Noi Ti preghiamo:

Aiutaci a lottare contro la morte quotidiana, la morte dell’indifferenza, dell’ignoranza e della schiavitù dello spirito, la deformazione morale che offende in noi la Tua immagine. Fa che possiamo infondere speranza in chi ci sta accanto, così che la morte non abbia l’ultima parola su di noi.  Noi Ti preghiamo:

Ti preghiamo per i nostri morti che vivono in Te la pienezza della loro esistenza, e Ti preghiamo per coloro che la morte divora poco a poco ogni giorno, per i malati che non guariranno, per chi non coltiva più una speranza. Fa che la tua luce non si eclissi mai sulle nostre fatiche.  Noi Ti preghiamo:
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O Padre, che hai ridato la vita al Tuo figlio Gesù morto in croce, aiutaci a vivere nel nostro tempo con lo sguardo rivolto verso il tuo Regno, affinché possiamo attraversare gli eventi della vita guidati dalla luce della risurrezione.

 

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