Il leone e il topino
C’era una volta, nella foresta, un leone maestoso che si riposava all’ombra di un grande albero. Il pomeriggio passava lento e all’orizzonte non si vedevano prede da cacciare. Intanto la pancia iniziava a brontolare dalla fame. – Forse è meglio spostarmi in un’altra zona – si disse. Ma ecco un piccolo topolino corrergli proprio davanti alle zampe. Il leone, con uno scatto felino, bloccò con la zampa la coda del topino, che iniziò a piangere disperato, quando sentì di essere bloccato.
– Non mi mangiare, signor leone, ti prego non mi mangiare – supplicava – non ti sazierei neanche, tanto sono piccolo. – Il leone pensò che questo era vero, continuando però a tirarlo per la coda. – E poi le mie piccole ossicine potrebbero andarti di traverso in gola – continuò il topino.
Anche questo era vero, pensò il leone, che smise di trascinare verso di sé il topolino. – Se mi lascerai andare, ti sarò riconoscente per tutta la vita! – disse infine il topino.
Il leone, un po’ per pietà, un po’ per la fatica di ingoiare quel piccolo pasto, lo lasciò andare. – Vai topolino, forse un giorno ci rivedremo. –
Il topolino ringraziò con grandi inchini e bacia-zampe, e poi scomparve nella foresta. Finalmente il leone si decise di alzarsi per cercare altre prede e si incamminò nella foresta.
All’improvviso un legaccio fatto di corda gli bloccò due zampe. Il leone capì subito che era la trappola di qualche cacciatore, e che da quel tipo di laccio non c’era scampo. Tirò con tutte le forze per cercare di liberarsi, ma più tirava, più il legaccio gli stringeva le zampe e gli faceva male. Impossibile liberarsi. Rassegnato, si mise ad attendere il proprio destino. Ma ad un tratto sentì che stava succedendo qualcosa alla corda. Guardò meglio e si accorse che il topolino di prima stava cercando di tagliare il legaccio con i suoi denti aguzzi. – Non preoccuparti, signor leone, tra poco sarai di nuovo libero. –
– Topolino mio, io ti ho risparmiato la vita, e ora tu salvi la mia. Questo ti fa grande onore! – Il topolino lavorava veloce, e in pochi attimi liberò il leone. – Signor leone, quando si dà la parola d’onore, la si mantiene! –
– Hai ragione, caro topolino. Ti ringrazio moltissimo per avermi liberato da questa trappola terribile. Per tutta la vita ti sarò riconoscente. Ho imparato che bisogna essere gentili con tutti, anche con il più piccolo degli esseri viventi, perché l’aiuto più importante della vita potrebbe arrivare proprio da lì. –
Tratto dalla favola di Esopo “ Il leone e il topino”
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DONATONE FRANCESCO
Il finale è bello e costruttivo, ma per gli uomini è sempre così scontata la ricocoscenza?