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Dal Belgio a Chieri per l’Annunziata

Dal Belgio a Chieri per l’Annunziata

Dal Belgio per vedere di persona il quadro dell’Annunciazione, conservato nel Santuario dell’Annunziata.

Un dipinto che ha probabilmente ancora molto da raccontare: sia a proposito del suo autore Gilles Tavernier, che potrebbe essere legato per parentela al più famoso Jan Tavernier, celebre miniatore di Filippo il Buono, sia sulla pittura, per il ricorso alla tecnica del “pressbrokat”.

…..Lo scorso venerdì è stato a Chieri il professor Dominique Vanwijnsberghe, dell’Institut Royal du Patrimoine Artistique di Bruxelles che in Belgio si occupa dello studio e la conservazione dei beni artistici e culturali. Con lui lo storico dell’arte Bernardo Oderzo Gabrieli, dell’università Cattolica di Milano, che al dipinto miracoloso ha dedicato uno studio pubblicato sul catalogo della mostra su Antoine de Lonhy, nelle due sedi espositive di Susa e Torino ….

, …In particolare all’Annunziata. voleva constatare dal vivo le dimensioni dell’opera, davvero imponenti, la qualità della conservazione e tracce della tecnica esecutiva originale.

La studiosa Pinese Elena Chiri Pignocchino nel 2008 ha pubblicato su “Studi piemontesi” l’esito di una sua ricerca: il quadro dell’Annunciazione è opera del monaco francescano Gilles Tavernier, che lo dipinse nel 1469. «E’ possibile che Gilles fosse parente, forse un nipote, del più celebre Jan, attivo nella città belga di Audenarde. Jan, che nel 1453, realizzò una miniatura dell’Annunciazione per il libro d’ore, cioè un testo devozionale, per il duca di Borgogna. Qui ci sono degli elementi che si ritrovano anche a Chieri:…

….E’ possibile che Gilles Tavernier conoscesse la miniatura di Jan, di cui forse era cugino, e l’abbia poi riprodotta in grande a Chieri? «E’ una ipotesi. Ma se questa ricostruzione è veritiera, si devono allo stesso tempo individuare legami tra Audenarde e Chieri, e i nomi utili in tale senso sono Claudio Villa ed Enrico Rampart. Dei molti banchi di prestito che i Villa possedevano nelle Fiandre, si sa che Claudio aveva una filiale ad Audenarde fino al 1451 e che proprio lui fu il committente, insieme alla prima moglie, di un libro d’ore la cui decorazione è legata a un maestro collaboratore di Jan Tavernier»…..

…Il quadro dell’Annunziata, perciò, è di stimolo per approfondire la conoscenza della grande committenza chierese verso la Fiandra in epoca medievale:…

…Gabrieli, in particolare, si interessa di tecniche pittoriche e, a proposito dell’Annunciazione, apre un nuovo filone d’indagine: «A quanto ho potuto osservare il mantello della Vergine e il manto e le maniche dell’angelo sono state realizzate con la tecnica del “pressbrokat”». Si usava per imitare i tessuti come il broccato o il damasco: il disegno di trama e ordito si incideva su una tavoletta di legno, su cui si appoggiava una lamina sottilissima di stagno che veniva ribattuta in modo da assumere la forma della matrice sottostante. Poi la lamina era applicata al dipinto, e colorata con lacche generalmente rosse, blu o verdi.

«Il sopralluogo del professor Vanwijnsberghe ha perciò aperto nuovi filoni di studi – conclude Gabrieli – Non è escluso che nei prossimi anni si possano avere pubblicazioni che consentono di conoscere più a fondo il prezioso quadro chierese dell’Annunciazione».

 

Tratto dall’articolo di: Enrico Bassignana  –  Corriere di Chieri del 2 febbraio 2024

Per gentile concessione di pubblicazione

 

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