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Chichibio e la gru

Chichibio e la gru

Il cavaliere Currado Gianfigliazzi , nobile fiorentino, ha catturato una gru durante una battuta di caccia, da servire a tutti i suoi amici (allora non esistevano i supermercati – ndr)
Il suo cuoco Chichibio è bravissimo cuoco e gli farà fare una bella figura durante la cena.
Chichibio è veramente bravo, talmente bravo che il profumo dell’arrosto nelle cucine arriva anche a Brunetta, la ragazza di cui è perdutamente innamorato.
-“Chichibio, che bello sarebbe se tu mi regalassi una coscia di questa gru. Solo a guardarla dice: Mangiami.”
-“Non posso, Brunetta cara, questa gru è per Currado e i suoi compagni. Tu vuoi la mia morte.”
-“No di certo. Ma se non mi fai assaggiare questa gru, non ti rivolgerò mai più la parola”.
Chichibio è troppo innamorato. Taglia una coscia della gru e la serve a Brunetta.
Il piatto con la gru, decorato magnificamente, viene portato in tavola, ma Currado si accorge subito che manca una coscia e fa chiamare il cuoco.
-“Chichibio, come mai la gru ha una sola zampa?”chiede Currado, tamburrellando nervosamente le dita sul tavolo.
“Ma è perché tutte le gru hanno una zampa sola, signore”, risponde impassibile Chichibio.
–“Tu mi prendi in giro -replica Currado arrabbiatissimo – Domani all’alba mi accompagnerai al fiume. E così vedremo.”
E in effetti il giorno dopo tra le canne, Currado, Chichibio e tutto il seguito degli amici avvistano un gruppetto di gru immobili, su una sola zampa.
“Vedete signore?” dice Chichibio.
Ma Currado batte le mani gridando e le gru, spaventate, mettono a terra l’altra zampa e scappano via.
-“Ti pare che queste gru abbiano una zampa sola?” chiede Currado, calmissimo, a Chichibio.
“Signore, avete ragione voi, ma ieri sera non avete gridato alla gru. Altrimenti avrebbe posato anche l’altra zampa e io l’avrei servita con tutte e due le cosce”.
-“Troppo giusto” dice Currado, scoppiando a ridere.
E fu così che perdonò Chichibio.

Liberamente tratto dal Decameron di Giovanni Boccaccio

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