Anna e le stelle marine
Una tempesta terribile si abbatté sul mare. Un vento gelido trafiggeva l’acqua e la sollevava in onde gigantesche che si abbattevano sulla spiaggia, scaraventando stelle di mare e piccoli molluschi, a decine di metri dal bordo del mare.
Quando la tempesta passò, rapida come era arrivata, il mare si placò e si ritirò. Ora la spiaggia era una distesa di fango, in cui erano stese migliaia e migliaia di stelle marine. Erano tante che la spiaggia sembrava colorata di rosa.
Il fenomeno richiamò molta gente da tutte le parti della costa. Arrivarono anche delle troupe televisive per filmare lo strano fenomeno. Le stelle marine erano quasi immobili. Stavano morendo. Tra la gente, tenuta per mano dal papà, c’era anche Anna, una bambina che fissava con gli occhi pieni di tristezza le piccole stelle di mare. Tutti stavano a guardare e nessuno faceva niente.
All’improvviso, Anna lasciò la mano del papà, si tolse le scarpe e le calze e corse sulla spiaggia. Si chinò, raccolse con le piccole mani tre stelle del mare e, sempre correndo, le portò nell’acqua. Poi tornò indietro e ripeté l’operazione.
“Ma che fai, ragazzina?”, la chiamò un uomo “Ributto in mare le stelle marine. Altrimenti muoiono tutte sulla spiaggia” rispose la bambina, senza smettere di correre.
“Ma ci sono migliaia di stelle marine su questa spiaggia. Non puoi certo salvarle tutte. Sono troppe!” gridò l’uomo. “E questo succede su centinaia di altre spiagge lungo la costa! Non puoi cambiare le cose!”
Anna sorrise, si chinò a raccogliere un’altra stella di mare e gettandola in acqua rispose: “Adesso ho cambiato le cose per questa qui”.
L’uomo rimase un attimo in silenzio, poi si chinò, si tolse scarpe e calze e scese in spiaggia. Cominciò a raccogliere stelle marine e a buttarle in acqua. Un istante dopo scesero due ragazze ed erano in quattro a buttare stelle marine nell’acqua. Qualche minuto dopo erano in cinquanta, poi cento, duecento, migliaia di persone che buttavano stelle di mare nell’acqua.
Così furono salvate tutte.