Abbi cura di me
Da molto tempo nutro scarso interesse per il mondo delle canzoni e dei cantautori. Non pensavo davvero che la lettura della biografia di un cantante, che ha vinto qualche anno fa il festival di Sanremo e che molti conoscono, avrebbe potuto conquistarmi. Invece è accaduto.
In cerca di un titolo per un regalo, mi sono imbattuta in questo: Abbi cura di me di Simone Cristicchi. Bello! Ma mi ha incuriosito, come coautore, il nome di Massimo Orlandi. Avevo ascoltato e letto diverse sue interviste a persone di notevole spessore umano, culturale e spirituale come Arturo Paoli, Luigino Bruni, Antonietta Potente per esempio. Così ho acquistato il libro e l’ho letto e mi ha catapultato in un mondo eclettico a me ignoto, in cui però sento rispettati la mia storia di ottantenne e i suoi valori fondanti.
E un libro di facile lettura, una biografia a due mani secondo me affatto banale, capace di coinvolgere e di suscitare riflessioni salutari.
Diana Barbieri
Abbi cura di me – Simone Cristicchi con Massimo Orlandi – Edizioni Romena
Giovanna Corni
Il libro «Abbi cura di me» è l’ autobiografia del percorso artistico di Simone Cristicchi, giovane cantautore italiano che ha vinto il Festival di Sanremo nel 2007 con “Ti regalerò una rosa”: una canzone pop sul tema spinoso della malattia psichiatrica al tempo dei manicomi.
All’epoca avevo pensato che “non fosse adatto” alla circostanza festivaliera e mi ero stupita molto che critica e pubblico l’avessero “incoronato” vincitore. Il libro analizza a distanza le ragioni del suo grande successo:
1)Tanto per cominciare il “meticciamento” tra le arti (fumettista, cantante e musicista, poeta e autore di testi, sceneggiatore e attore, e perfino…direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo!) La leggerezza del mettersi in gioco, come fanno i bambini. Uno spazio espressivo aperto!
2) Poi la coerenza, il leitmotiv: dare voce a chi “è stato silenziato” con la forza (i matti, gli istriani cacciati dalla loro terra, il bambino orfano). La ricerca di verità dentro alle sue canzoni e ai suoi recitativi.
3) Infine, la fraternità con la chiesa intesa come luogo di ristoro e di cura. Una chiesa di tutti, utile. Ci vuole coraggio a parlare di questo in certi ambienti! Può essere un tema da suggerirgli per una prossima opera (dar voce a chi ha subìto una chiesa di solipsismi religiosi per addetti ai lavori)!